"Dalla è stato un uomo d'amore e di fede, la sua generosità era straordinaria, ha sempre cercato il senso della vita"
Intervistato da Famiglia Cristiana, dopo esser stato raggiunto in Sicilia dalla triste notizia,
Vito regala un epitaffio dell’amico Lucio Dalla appena scomparso, scolpendo un suo ricordo lucido e chiaro, seppur nella commozione e nella drammaticità del momento.
Lucio Dalla è sempre stato profondamente colpito dalla spiritualità dei testi di Vito Mancuso, a partire da La vita autentica, fino all’ultimo Io e Dio, che aveva letto due volte e riempito di glosse e sottolineature, come aveva mostrato all’autore e amico.
"Ho perso un carissimo amico, con il quale c’era profonda consonanza; sono profondamente toccato, ma parlare di Lucio è il modo migliore per superare questo momento. L’incontro con Lucio è stato un dono meraviglioso, perché sono cresciuto con tante delle sue canzoni e la sua manifestazione di amicizia e di stima nei miei confronti è stata come vincere uno dei più grandi premi letterari della mia vita".
"Ricordo quando, in Balla balla ballerino, come in una poesia, cantava: sotto un cielo di ferro e di gesso, l’uomo riesce ad amare lo stesso, e ama davvero, nessuna certezza, che commozione, che tenerezza. Poeta dell’amore gratuito, in un mondo spesso ingiusto, Lucio amava la vita, senza mai distaccarla dalla complessità e dal dramma dell’esistenza. Era stato colpito dai miei scritti, così come io dai suoi. Ogni conoscenza è riconoscimento, diceva Platone: nel nostro incontro ci siamo riconosciuti con la stessa tensione e lo stesso amore per la vita. L’amicizia che ne è nata ci ha portati a incontrarci spesso, a vivere per un breve periodo insieme, quando io e la mia famiglia siamo stati suoi ospiti, e a coltivare progetti per il futuro".
"Nel suo ultimo disco, una canzone splendida recita: anche se il tempo passa, e tu non sei mai la stessa (vita), la voglia che ho di te non l’ho mai persa e se ogni istante ci cambia, se ogni cosa è diversa, c’è amore e resterà nella mia testa : Lucio è sempre stato uno che amava la vita, e l’ha amata fino all’ultimo istante, colpito da un ottimismo drammatico verso l’esistenza, sapendo riconoscere o invocare, anche di fronte ad un dolore, la fede in Dio. Ricordo il suo entusiasmo infantile, questo senso della meraviglia; la sua volontà di essere un po’ indisciplinato, non tanto per il puro gusto di essere originale quanto per rivendicare una libertà tutta sua, una libertà verso la vita. Ricordo la sua generosità immensa, fattosi vicino a tantissime persone, senza platealità ma nel silenzio; se veramente nella nostra vita saremo pesati sull’amore, ecco, Lucio è stato un uomo di amore. E, da ultimo ma su tutto, è stato un uomo di fede, fede vissuta come ricerca mai interrotta; A Bologna abbiamo presentato insieme il suo ultimo disco, e ricordo la sua voce che ribadiva la bellezza e l’importanza della fede, della ricerca spirituale di Dio. Lucio è stato un cantore della ricerca appassionata di Dio, un ottimista del senso della vita, e non si è mai stancato di anelare a trovarlo".