Osservatorio autoritarismo

NASCE “OSSERVATORIO AUTORITARISMO” NUOVE FORME DI RESISTENZA CULTURALE

Una serie di incontri nelle grandi città per tenere viva la democrazia. Testo di Daniela Padoan pubblicato su La Stampa del 28 marzo 2025

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Un gruppo di centocinquanta intellettuali, studiosi e docenti italiani e stranieri, da Giorgio Parisi a Jean-Claude Monod, da Nancy Frazer a Judith Butler, da James Galbraith a Gustavo Zagrebelsky, hanno deciso di dar nascita all'Osservatorio Autoritarismo, uno spazio di analisi e testimonianza sul rischio di progressione verso forme autoritarie in Italia viste nel contesto europeo e globale: una costellazione di luoghi di incontro e presa di parola, raccolta documentale, messa agli atti storiografica del tempo che stiamo vivendo, che ci interpella e che ci affida una responsabilità davanti alle manifestazioni degenerative dell'autorità legittima. Una rete di "isole benedettine", si potrebbe dire, che, nelle principali sedi universitarie, si propone di dar vita a giornate di studio aperte alla cittadinanza per custodire e diffondere i fondamenti della cultura democratica in un paese che, secondo l'ultimo rapporto di Liberties (Civil Liberties Union For Europe) si colloca tra i cinque paesi europei «demolitori dello Stato di diritto insieme a Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia …

C'è una frase, nel testo con cui i firmatari danno nascita all'Osservatorio, messa quasi come un esergo a chiarire le premesse di quella che vuol essere una concreta assunzione di impegno: è la descrizione dello smarrimento di quella larga parte di italiani che assistettero inermi all'insediarsi, nell'aprile del 1924, della dittatura fascista, con le ultime elezioni a sovranità popolare. Fino a quel momento, scrive Piero Calamandrei, aveva retto la generosa illusione della libertà che si difende da sé, come una forza di natura Non fu viltà o debolezza, fu disorientamento ed errore di gente onesta e civile, incapace di vedere che in Italia si insediava «un’anemia critica», una «stomachevole uniformità di tutti i giornali, una «ributtante retorica tracotante e menzognera, penetrata come un contagio che aveva «reso insopportabile alle persone di buon gusto perfino il titolo di certi giornali». E proprio per contrastare una risorgente anemia critica che l'Osservatorio si propone di contribuire a mettere in luce e analizzare gli spostamenti di soglia che giorno dopo giorno erodono lo spazio democratico, coltivando scambi di pensiero analitico con chi, nel contesto europeo e internazionale, studia l'avanzare di governi che si dicono democratici mentre svuotano la democrazia dall'interno. Non un'iniziativa accademica, e nemmeno militante – per quello ci sono già le reti di associazioni – ma uno spazio aperto di riflessione, testimonianza, acquisizione di saperi, progettualità, denuncia politica nel dialogo con le istituzioni europee e internazionali che vigilano sul rispetto dello Stato di diritto.

Le tappe iniziali saranno tre giornate di studio in diverse città: la prima si svolgerà a Firenze, all'Istituto Universitario Europeo, il 12 settembre 2025, e verterà su «Democrazia e autoritarismo al tempo dell'intelligenza artificiale, la seconda, all'Università La Sapienza di Roma, avrà come filo conduttore «La crisi della democrazia rappresentativa, i fondamenti normativi della post-democrazia e la manipolazione della memoria storica nelle forme di populismo autoritario; la terza, ospitata dall'Università Statale di Milano, analizzerà «Il rapporto tra sovranità e diritti umani, la crisi dello Stato di diritto e il progetto di svuotamento della democrazia costituzionale».

La speranza è che questi incontri si diffondano rapidamente in altre università italiane, da nord a sud, costruendo una rete diffusa e interrelata di saperi sul corrompimento autoritario dei linguaggi, sul restringimento delle libertà di opinione e manifestazione, sulla criminalizzazione del conflitto e sui moltissimi altri sguardi necessari a promuovere una costellazione di impegno e conoscenza a salvaguardia della democrazia parlamentare, del bilanciamento e della separazione dei poteri, dell'autonomia della Magistratura, ma anche di quello che si può descrivere come un progressivo incattivimento del linguaggi pubblici, che indebolisce la fiducia dei cittadini dalle istituzioni e li allontana ulteriormente dall'esercizio della partecipazione. Si tratta di costruire, affermano gli estensori dell'Osservatorio Autoritarismo, nuove forme di resistenza culturale davanti alla crisi dello Stato di diritto, "perché la democrazia costituzionale non si difende da sé, ma ci offre gli strumenti normativi per difenderla”.

Gli appuntamenti: Tre giornate di studio a Roma, Milano e Firenze 

L'Osservatorio Autoritarismo nasce per iniziativa dell'associazione di cultura politica Libertà e Giustizia e della casa editrice Castelvecchi in collaborazione con docenti e studenti di numerose università italiane, a partire da tre giornate di studio che si svolgeranno presso l'Università La Sapienza di Roma, l'Università Statale di Milano e l'Istituto Universitario Europeo di Firenze. Tra i nomi italiani, filosofi come Giacomo Marramao, Michela Marzano, Salvatore Natoli, Adriana Cavarero, Umberto Curi, Maurizio Ferraris, costituzionalisti come Gustavo Zagrebelsky; psicoanalisti come Massimo Recalcati; sociologi come Nando Dalla Chiesa e Luigi Manconi, storici come Anna Foa e Adriano Prosperi, teologi come Isabella Guanzini e Vito Mancuso. Il premio Nobel Giorgio Parisi. Sul sito di Libertà e Giustizia verranno pubblicati i materiali dell'Osservatorio e l'elenco delle adesioni in aggiornamento (www.libertaegiusti-zia.it).